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Cartiere storiche e innovazioni: i retroscena industriali del mondo della carta

PMT | Valter Canelli, 30 maggio 2023

Da sempre il termine carta è sinonimo di comunicazione. Tuttavia, le evoluzioni nelle tecnologie di produzione hanno permesso di estenderne l’uso anche ad altri ambiti, da quello sanitario al packaging, per citarne alcuni. Questo sviluppo è però avvenuto solo a partire dal XVIII secolo, ovvero in un’epoca relativamente recente rispetto alla storia della carta stessa.

 

Un’avventura che inizia nel 200 a.C.

Solitamente, e a ragione, si tende ad associare l’idea dei primi fogli utilizzati per la scrittura a quelli che gli Egizi ricavavano dal papiro già nel 2000 a.C. Anche nella forma in cui la conosciamo oggi, la carta ha radici antiche: la prima è stata rinvenuta in Cina ed è datata 200 a.C. 

La nascita della carta viene però fatta risalire ufficialmente al 105 d.C., quando Ts'ai Lun, un dignitario alla corte di un imperatore cinese, suggerì di crearla con corteccia d'albero, ritagli di canapa, stracci e vecchie reti da pesca. Nonostante fosse stato messo a punto con gli strumenti disponibili duemila anni fa, concettualmente il processo ideato da Ts'ai Lun non era molto dissimile da quelli oggi in uso.

La produzione della carta si espande

Intorno al 600 d.C. la produzione di carta venne estesa alla Corea. I coreani misero a punto diversi progressi importanti, come, per esempio, l’uso di uno stampo per carta stesa e il posizionamento della carta bagnata su tavole di legno per l'asciugatura, consentendo agli stampi di essere riutilizzati più rapidamente. Ai coreani sono attribuite anche due invenzioni che usiamo ancora oggi: la busta e la carta igienica.

La fabbricazione della carta giunse poi anche in Giappone e, attraverso la via della seta, nell’Asia centrale. Da lì, la produzione di carta arrivò a Baghdad, dove nel 794 d.C. fu fondata la prima cartiera alimentata ad acqua. La fabbricazione della carta e altre innovazioni continuarono a diffondersi nel mondo islamico, prima a Damasco in Siria, poi a Il Cairo in Egitto e infine in Europa, precisamente nel sud della Spagna, nella zona allora chiamata al-Andalus.

Le cartiere furono create a Xativa, convertendo i mulini romani per la spremitura delle olive. Qui vennero utilizzati per la prima volta stampi per carta in filo metallico, in grado di dar vita ad una superficie più liscia. Nel 1151, sempre in Spagna fu introdotto il mulino ad acqua per produrre la poltiglia senza dover battere le fibre a mano o usare una pietra per la macina. 

A Fabriano la prima cartiera in Italia

La carta arrivò in Italia nel XII secolo e la prima cartiera nacque a Fabriano. I cartai italiani riuscirono a perfezionare ulteriormente la produzione della carta: tramite l’uso di magli idraulici meccanizzarono la molitura degli stracci riducendo i tempi di produzione dell’impasto e migliorandone le qualità.

A Fabriano si deve anche la creazione della filigrana e della collatura della carta con la gelatina per renderla resistente all’acqua. Fino al XIV secolo le uniche cartiere in Europa a produrre carta furono quelle italiane.

Successivamente, nacquero altre cartiere in Francia, Germania e, soprattutto, in Olanda, dove nel XVII secolo venne costruita una nuova macchina per produrre l’impasto. Tale fu la sua efficienza che venne usata su vasta scala anche all’estero e venne chiamata semplicemente “macchina olandese”. Negli anni, questa macchina ha avuto diverse evoluzioni e le sue ultime versioni sono in uso ancora oggi presso alcune cartiere. 

Dal 1700 le maggiori evoluzioni delle macchine

Senza dubbio, le evoluzioni più importanti nella produzione della carta avvennero a partire dalla seconda metà del 1700: alcuni esempi sono la nascita della carta priva dei segni della vergatura (wove paper) e quella della carta velina

All’inizio del 1800 venne invece brevettata una macchina per la produzione di lunghissime bobine, dando di fatto il via alla produzione industriale della carta. L’arrivo delle macchine a vapore attorno alla metà del secolo permise di raddoppiare la produzione. Un processo a base di solfato consentì poi di ottenere una carta particolarmente robusta che venne chiamata Kraft: tale carta avrebbe trasformato il settore dell’imballaggio. 

La svolta che portò alla democratizzazione dell’uso della carta fu, però, l’impiego della pasta di legno al posto degli stracci. La produzione divenne di massa, il prezzo crollò e la carta diventò un prodotto di largo consumo.

Oggi l’Italia è tra i primi tre produttori in Europa

L’industria cartaria italiana, composta prevalentemente da numerose aziende di piccole dimensioni e spesso a conduzione familiare, riveste un ruolo di primo piano nel panorama europeo

Dai risultati relativi all’anno 2020 divulgati da Assocarta, l’Italia risulta infatti essere in prima posizione nella produzione di carta rivolta al settore igienico-sanitario (1,6 milioni di tonnellate) e terza nella produzione di carta e cartoni per imballaggio (4,8 milioni di tonnellate).

Per quanto riguarda la dislocazione geografica, oltre alla zona di Fabriano troviamo importanti distretti cartari nella provincia di Lucca (dove viene prodotto l’80% della carta Tissue e il 40% del cartone ondulato di tutta Italia), in Valdinievole e in provincia di Verona. Numerose altre cartiere si trovano inoltre in Trentino (a Riva del Garda), Liguria (in provincia di Genova e Savona), sul lago di Como, in Sicilia e in Sardegna.

Da Beloit a PMT

Una storia a sé è quella che ha caratterizzato la vita dell’azienda statunitense Beloit, la quale ha avuto un ruolo da protagonista praticamente in tutte le evoluzioni tecnologiche delle macchine per la produzione della carta. 

Beloit è stata fondata nel 1858 nel Wisconsin e ha costruito macchinari fino agli anni ’80, quando ha terminato la sua attività. Nei suoi oltre 130 anni di vita, Beloit ha registrato innumerevoli brevetti.

La competenza acquisita da Beloit nel campo della produzione della carta è stata tale che tutte le innovazioni introdotte hanno fornito un importante contributo allo sviluppo dell’industria a livello globale. Questo negli anni ’60 ha consentito a Beloit di diventare la principale realtà del settore negli Stati Uniti e, con i suoi licenziatari, anche nel mondo. 

Aveva infatti firmato una serie di licenze per la costruzione di macchinari con aziende in Polonia, in India, in Brasile e anche nel nostro Paese, con un’azienda di Pinerolo (in provincia di Torino) che da quel momento assunse il nome di Beloit Italia.

Nel 1999 la casa madre americana Beloit Corporation fallì e la Beloit Italia venne acquisita da un investitore italiano. Ciò permise alla nuova società, ormai completamente italiana, di continuare la sua attività sotto il nuovo nome di PMT (acronimo di Paper Machinery Technology). 

Da settembre 2020 PMT è entrata a far parte del Gruppo A.Celli, il quale ha potuto così ampliare la propria offerta mettendo a disposizione dei suoi clienti il prezioso know-how acquisito da PMT nel settore delle carte da imballaggio, delle carte grafiche e delle varie tipologie di carte speciali.

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