È un fatto indiscusso che fino agli anni ’90 la produzione di carta per quotidiani e riviste giocasse un ruolo di primo piano per l’industria cartaria italiana. Con l’arrivo di Internet e della digitalizzazione dei documenti, però, le abitudini sono cambiate. Tuttavia, nuove opportunità sono sorte su altri versanti, come per esempio nel settore dei cartoni e dell’imballaggio. Per non lasciarsele sfuggire è possibile ricorrere ad una conversione degli impianti esistenti.
Il crollo della carta stampata
Assocarta segmenta oggi il settore in quattro grandi famiglie: carte e cartoni per imballaggi, carte per usi igienici e sanitari, carte per usi grafici e altri tipi di carte e cartoni. Domina il comparto dell’imballaggio (52% del totale), seguono le carte per usi grafici (22%), quelle per usi sanitari (19%) e le altre carte (7%). Una suddivisione che rispecchia chiaramente l’andamento delle richieste di carta da parte degli utilizzatori negli ultimi decenni.
Il settore della carta stampata, che fino agli anni ’90 dominava la scena, è infatti vittima di una progressiva contrazione. È l’effetto dell’affermazione di Internet, che oggi rappresenta la principale fonte di notizie, secondo i dati rilevati da Reuters nel suo Digital News Report 2022 in 12 Paesi (Italia compresa). Nella nostra nazione il 75% delle persone cerca notizie online. Le fonti preferite tra gli organi di informazione sono i portali delle principali testate giornalistiche e televisive. Tuttavia, a farla di gran lunga da padrone sono Google e Facebook, mentre i giovani tra i 17 e 25 anni si informano in prevalenza su Tik Tok.
Il risultato è un crollo verticale delle vendite di quotidiani e periodici in edicola. Un esempio per tutti: Il Corriere della Sera all’inizio degli anni ’80 stampava circa 723.000 copie ogni giorno. A gennaio del 2023 i dati di ADS indicano che il numero delle copie stampate è sceso a 207.000 e quelle vendute sono 135.000. In pratica, circa il 35% della tiratura viene inviato direttamente al macero.
Quella di avere un reso elevato con molte copie ancora impacchettate e mai sfogliate è una strategia che alcuni editori seguono per potersi avvalere delle sovvenzioni statali. Infatti, è stabilito per legge che le case editrici possono ottenere un sostegno se superano una certa soglia di tiratura, indipendentemente dal venduto. E quando si attraversa un periodo difficile un aiuto economico è più che mai benvenuto.
L’editoria periodica fa segnare cali ancor più eclatanti. Per esempio, secondo i dati ADS, “Sorrisi e canzoni TV”, il settimanale italiano con la maggiore tiratura, è passato dalle 826.000 copie stampate nel novembre 2009 alle 450.000 di novembre 2022. La riduzione supera il 45%: i numeri parlano da soli.
Una crisi accentuata dal caro energia
Purtroppo, a complicare ulteriormente il quadro, l’inizio della guerra in Ucraina ha causato una situazione politica ed economica molto difficile, che ha portato fra le altre cose a un rincaro dei costi energetici. l’industria cartaria, altamente energivora, necessita di grandi quantità di elettricità e gas, e si è quindi trovata ad affrontare un grave problema con importanti ripercussioni sui costi.
Per quanto riguarda l’Italia in particolare, ci sono grandi timori per le conseguenze che l’eventuale protrarsi della situazione potrebbe avere nel medio termine per la pletora di piccole aziende, molte a conduzione familiare, che costituiscono l’industria cartaria nazionale, soprattutto in termini di possibile perdita di competitività. Per le cartiere italiane potrebbe rendersi necessario applicare prezzi elevati, inducendo i clienti a ricorrere ad altri fornitori, con il rischio di non riuscire più a recuperare il terreno perso nei confronti, ad esempio, delle cartiere tedesche – da parecchi anni traino del settore cartario del Vecchio Continente – o di quelle cinesi, che costituiscono il primo produttore mondiale.
Un’opportunità da cogliere
Va anche sottolineato che una situazione complicata come è stata quella creatasi a fronte della pandemia da Covid-19, per l’industria cartaria ha avuto una duplice conseguenza. Da un lato è stata assolutamente negativa per le difficili condizioni in cui ha imposto di lavorare e di tentare di soddisfare gli ordinativi, mentre dall’altro ha aperto nuove opportunità. Queste riguardano l’importante sviluppo del mercato delle vendite online, sia per quanto riguarda l’e-commerce “classico” sia per quanto concerne il delivery (soprattutto di prodotti della ristorazione).
Una recente indagine di Casaleggio Associati mostra che in Italia il 47,1% delle persone tra i 16 e i 64 anni fa acquisti online almeno una volta alla settimana. Secondo i dati raccolti da Netcomm e Comieco, ogni mese l’e-commerce comporta oltre 31,5 milioni di consegne e il numero è in continuo aumento. Una cifra che si traduce in altrettanti milioni di imballaggi.
Questo trend ha dato un nuovo impulso alla produzione di carta per imballaggio e ha indotto alcune aziende che si erano trovate in difficoltà a operare una riconversione dei loro macchinari per poter approfittare della situazione e riuscire a sopravvivere. Un esempio arriva da un nome storico come Burgo, che ha convertito le cartiere di Avezzano e Verzuolo dalla produzione di carta a uso grafico a quella del cartone per riciclo e imballaggio. In particolare, lo stabilimento di Verzuolo è passato dal produrre 400 mila tonnellate l’anno di carte patinate per riviste, cataloghi e depliant a 600 mila tonnellate di cartone ondulato, diventando uno degli impianti più grandi d’Europa.
A un ulteriore incremento della produzione di imballaggi in cartone ha contribuito anche la sempre maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente, che ha portato ad un minor utilizzo della plastica. Non è quindi un caso il fatto che oggi il settore dell’imballaggio contribuisca per più della metà al giro d’affari globale dell’industria della carta: riconvertire o rinnovare i propri macchinari per produrre anche questo tipo di materiali rappresenta la scelta più saggia per qualunque azienda cartaria.
Proprio in questo contesto si inserisce l’acquisizione di PMT da parte di A.Celli, che è quindi oggi in grado di intervenire sulle linee produttive per la ricostruzione di alcune loro parti, ottimizzandone i processi e migliorandone l’efficienza globale, oppure per la conversione di queste linee verso altre tipologie di produzione. Il tutto allo scopo di rendere le aziende cartarie, grandi o piccole che siano, più moderne e competitive in relazione ai vari scenari di mercato.