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Etichettatura virtuale: l’intralogistica di A.Celli ai tempi della Blockchain

Intralogistica | Francesco Furzi, 29 novembre 2022

Una volta uscita dalla linea di produzione, alla bobina vengono associate tre etichette: una posizionata sull'anima di cartone, una sulla sua superficie esterna e una che verrà applicata sul bundle di bobine confezionato come da richiesta del cliente. Questo permette di avere sempre a disposizione tutte le informazioni inerenti alle varie fasi di produzione e imballaggio. È però possibile dotare la bobina di un corredo informativo ancora più ampio grazie al virtual labelling consentito dall’intralogistica automatizzata di A.Celli

 

Ma non finisce qui: le informazioni disponibili possono essere ulteriormente arricchite, poiché le macchine progettate da A.Celli permettono di gestire qualunque processo di fine linea in un impianto per la produzione di tessuto non tessuto, dallo svolgimento alla spedizione del prodotto finito in modo totalmente automatizzato e con un alto livello di integrazione tra la linea di produzione e il magazzino. Questo consente di avere precise indicazioni su ogni singola operazione che vede coinvolta la bobina: tali informazioni possono essere riportate all’interno dell’etichetta virtuale.

Il valore di un elevato livello di integrazione

In un impianto per la produzione di tessuto non tessuto, l’intralogistica è una sorta di collante tra le macchine del fine linea, il magazzino, le baie di carico e la spedizione. Gestisce infatti la movimentazione della bobina tra le macchine stesse e, finita la lavorazione, tra le macchine e la zona di stoccaggio. Inoltre l’intralogistica si assicura che, una volta prelevata nuovamente dal magazzino, la bobina venga correttamente manipolata e trasportata fino all’area di dispatching.

Oltre a essere un fornitore di soluzioni dedicate all’intralogistica, come gli AGV (Automated Guided Vehicles) per la movimentazione di materiali e prodotti finiti e il software per la gestione dell’intralogistica stessa, A.Celli realizza tutte le tipologie di macchinari necessarie per il fine linea e per il packaging della bobina.

Questo consente, unitamente alla linea di formazione scelta, di realizzare un impianto completamente automatizzato e con un elevatissimo livello di integrazione in linea con i dettami dell’industria 4.0, dove il digitale, la connettività e i sensori utilizzati dall’Internet of Things (IoT) sono protagonisti. 

In questo modo il software di produzione può collegarsi direttamente al sistema informativo aziendale per dialogare con l’ERP e ricevere tutte le informazioni necessarie per realizzare una bobina in linea con le specifiche richieste del cliente. 

Lavorare in un ambiente automatizzato e interconnesso, con un’elevata integrazione tra produzione e magazzino, permette di avere il totale controllo, in tempo reale, su tutto ciò che sta succedendo nell’impianto. Questo offre un’importante opportunità: poter creare etichette virtuali.

L’etichetta virtuale: il fiore all’occhiello di un impianto automatizzato

L’automazione è ormai una caratteristica imprescindibile della linea di produzione della maggior parte delle aziende.. Nel momento in cui sia la gestione della produzione che quella del magazzino sono automatizzate è possibile ottenere un’elevata integrazione tra le varie fasi di produzione e stoccaggio, riducendo la necessità di produrre in overrun e riducendo le inefficienze dell’overstoccaggio di materiale, ottimizzando ulteriormente tutti i processi. 

Tra i benefici che derivano dall’integrazione c’è anche quello del virtual labelling. In pratica, ogni volta che una bobina viene movimentata o processata, viene creato in tempo reale un set di dati che tiene traccia di quale intervento è stato effettuato e per quale motivo. In questo modo, l’etichetta virtuale aggiunge una serie di informazioni qualitative all'etichetta fisica che, al contrario, raccoglie al suo interno solo informazioni di tipo quantitativo.

I nuovi dati consentono di tracciare in modo sicuro, certificato e incorruttibile l’intera catena di creazione del valore, dalla linea di produzione allo stoccaggio (warehouse inventory management) alla spedizione. 

Il prossimo passo è la blockchain

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Assurto agli onori della cronaca perché direttamente collegato con le criptovalute, il termine blockchain è diventato sinonimo di fiducia. Questo perché sottintende transazioni affidabili, che avvengono in modo decentralizzato senza un effettivo gestore, impedendo così agli hacker e ai criminali informatici di interferire.

La blockchain poggia infatti le sue fondamenta sulla creazione di un database distribuito, il quale contiene informazioni che possono essere condivise in una rete, ma non modificate. In pratica, le informazioni sono memorizzate nel database come blocchi collegati tra loro in modo cronologicamente coerente all’interno di una catena che non può essere eliminata o modificata senza il consenso dell’intera rete. È così possibile creare una sorta di libro mastro inalterabile che permette di tracciare gli ordini o il movimento delle merci.

Questo può valere anche per tutto il processo di produzione e di warehouse inventory management, ottenendo un’indicazione ancor più “affidabile” dell’etichetta virtuale riguardo alla tracciabilità della bobina.

Per rendere ulteriormente sicuro e affidabile il processo di produzione del tessuto non tessuto, e anche per tutelare maggiormente i produttori in eventuali controversie con i clienti, A.Celli, in quanto produttore di soluzioni per l’intralogistica di materiali e prodotti finiti, sta progettando proprio di poter tracciare il processo di produzione e di stoccaggio della bobine anche attraverso la blockchain.

Contattaci per scoprire la soluzione di A.Celli per l'intralogistica