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L'utilizzo del bambù per ridurre il costo delle materie prime nella produzione cartaria: Case Study

news | Nicola Biagi, 14 aprile 2022

Come gestire il fattore di rischio legato all’instabilità dei costi delle materie prime tradizionali utilizzando fibre alternative in grado di garantire gli stessi risultati in termini di qualità.

 

Agli albori della produzione cartaria e prima dell'invenzione dei processi meccanici e chimici di spappolatura nel XIX secolo, la carta veniva prodotta utilizzando fibre provenienti da numerosi materiali, come la corteccia di gelso, gli stracci, il cotone, la canapa e il lino. Al giorno d’oggi, con l'esclusione delle fibre secondarie, il processo di produzione della carta prevede l'utilizzo di un mix di due principali tipologie di fibre:

  • Legno tenero (fibra lunga)
  • Legno duro (fibra corta)

Le fibre lunghe, provenienti da conifere a crescita lenta come il pino, vengono utilizzate per conferire resistenza al prodotto mentre le fibre corte ottenute a partire da latifoglie come le betulle, acacie o eucalipti sono responsabili del bulk della carta e della sua morbidezza.
Per quanto riguarda l'attuale mercato della cellulosa, esso è dominato da pochi produttori e il prezzo delle materie prime risulta molto instabile. Questo è un fattore di rischio significativo per la redditività delle cartiere che, unito alla crescente attenzione verso la sostenibilità dei processi produttivi e delle risorse utilizzate, porta i produttori a prendere in considerazione materie prime alternative...
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